L'Occidentale: «Nell’era degli e-book ci sono editori che continuano a fare con coraggio il loro lavoro»

Davide Bigalli & Luca Gallesi
2015-04-14 15:01:20
L'Occidentale: «Nell’era degli e-book ci sono editori che continuano a fare con coraggio il loro lavoro»

Lo sappiamo, c’è la crisi. E ancor più in crisi è l’editoria: chiudono giornali, grandi marchi riducono il personale, i medi arrancano, i piccoli scompaiono. Però, nel caos del settore librario, fra successi da centro commerciale e rifugio nell’e-book, appaiono ancora rispettabilissimi segnali di coraggio e resistenza.

Un nome da fare assolutamente è quello delle milanesi Edizioni Bietti, quantomeno per aver investito in una nuova collana editoriale battezzata “l’Archeometro”. Nome assai accattivante per i pochi che sanno cos’è appunto un archeometro: trattasi di strumento d’origine medioevale che servirebbe a “misurare il legame che ogni cosa mantiene con il principio”. Uno schema: al centro un “centro di gravità permanente” e, intorno, cerchi concentrici abitati da segni dello zodiaco, simboli alfabetici, elementi chimici, modi dell’essere. La ricerca di questo centro e la polemica contro l’ideologia progressista sono le cifre culturali della collana. Ma la soluzione, la scelta degli autori da editare, non è di matrice reazionaria. Anzi, il volume d’esordio è stato Un’altra modernità, firmato da Davide Bigalli. È un saggio che cerca e trova una corrente di pensiero alternativa a quella illuminista e progressista, ma libera da nostalgie Ancien Régime. Ad esempio, forse ci siamo fidati troppo di Kant ed abbiamo trascurato Herder. E poi Novalis, Jacob Burckhardt, Chateaubriand hanno qualcosa di importante da insegnare. In aggiunta, Bigalli rilegge René Guénon e Julius Evola, liberandoli dalle incrostazioni di un certo tradizionalismo retorico.

Il secondo volume edito sotto l’insegna dell’Archeometro è Carta da visita di Ezra Pound, un testo del 1942 che mancava da troppo tempo in libreria, un saggio fondamentale per capire il personaggio, il pensatore e l’artista. Il quale lo scrisse appositamente in italiano, con tutto l’amore di cui era capace per la nostra lingua e la nostra millenaria cultura. Al di là dell’aspetto più noto del Pound “fascista” in lotta contro l’usura (inutile sottolinearne la bruciante attualità), c’è quello metafisico, nutrito di gnosi manichea, misticismo medioevale e confucianesimo. È l’opera in cui Pound afferma l’esistenza di due forze operanti nella storia, “una che divide, spezza e ammazza, l’altra che contempla l’unità del mistero”. Poi gioca col nome di Roma che al contrario diventa Amor e chiude poco cartesianamente con “Amo ergo sum”. E poi ci ricorda che “il pensiero è organico”. Un capolavoro.

L’Archeometro ha in cantiere altre chicche firmate da Gustav Meyrink, Guido Morselli, Mircea Eliade, Oswald Spengler ed Ernst Jünger. Ripescaggi di un certo livello.

 

(Luca Negri, «L’Occidentale», 7 ottobre 2012)

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