L’undicesimo Fotogramma di Edizioni Bietti è dedicato ai 25 anni della Pixar, società che non solo non ha bisogno di presentazioni, ma si potrebbe definire anche la casa di produzione cinematografica millennial per eccellenza. Da Toy Story a Soul, infatti, la Pixar ha accompagnato un’intera generazione di spettatori, dall’infanzia all’età adulta.
E proprio questo percorso di crescita – drammaturgica e concettuale, prima ancora che ovviamente tecnica – costituisce la tesi di Simone Soranna, non a caso classe 1991, autore di Oltre l’infinito. 25 anni di Pixar, un saggio breve ma brillante.
Verso, dentro e oltre l’Infinito: il viaggio Pixar
Partendo proprio dalla battuta più celebre di tutti i lavori Pixar, Verso l’infinito e oltre, Soranna struttura un percorso puntuale e interessante per spiegare l’evoluzione di un fenomeno produttivo così rivoluzionario come è stato ed è tuttora la Pixar.
Sono tre le fasi essenziali individuate dall’autore. Ognuna delle quali corrisponde sorprendentemente a una mutazione dei temi e dei personaggi. Sorprendentemente, ripeto, perché in realtà siamo abituati a pensare alla Pixar come un unico blocco, mentre al suo interno è in continuo mutamento. Come sottolinea lo stesso Soranna, infatti, è vero che è da sempre riconoscibile un disegno comune in cui la società stessa è la firma principale (“il film della Pixar”), ma i registi sono numerosi e ognuno ha contribuito a questo arco evolutivo.
La prima fase, dunque, quella verso l’infinito è la propulsione iniziale, la spinta rivoluzionaria che tende a stagliarsi e distinguersi dall’esistente. La Pixar, cioè, nasce con l’intenzione di farsi notare fin da subito e affermare la propria unicità. La seconda fase, dentro l’infinito, è un passaggio fondamentale del “viaggio dell’eroe/eroina”: dall’estensione spaziale alla profondità emotiva. È un radicale spostamento del fuoco dall’esterno all’interno, un’epifania che può avvenire solo dopo l’affermazione del Sé della prima fase. Terza e ultima, invece è il ritorno alla quotidianità, un completamento di quell’inversione di marcia iniziata nella fase precedente. È il compimento della crescita e della maturazione, tanto dei personaggi quanto dei piccoli e grandi spettatori.
Da Toy Story a Inside Out: alcuni esempi della tesi di Simone Soranna
Quello che sembra un discorso molto teorico, se applicato ai lungometraggi di ciascuna fase ha perfettamente senso. Ed è qui che si apprezza anche l’analisi filmica di Soranna.
La prima fase è quella più intuitiva ed è già esplicita nella dichiarazione di intenti di Toy Story (1995): la Pixar è una novità che è arrivata per restare e per cambiare le regole del gioco! Già la seconda fase, però, ha bisogno di esempi specifici e, non a caso, a comporla sono molti sequel o prequel. Come spiega Soranna, cioè, si ritorna alle storie e agli ambienti più conosciuti per esplorarli più in profondità, scoprendo così qualcosa in più su se stessi. L’esempio cardine è Toy Story 3, quando i giocattoli non combattono più per l’attenzione di Andy ma sono lasciare la loro casa. Alla ricerca di Dory è però un altrettanto valido esempio. Il punto focale non è più cioè affrontare una nuova avventura, quanto scoprire in sé la forza e la volontà di farlo. E, come Dory, arrivare a conoscersi meglio.
La scoperta delle emozioni culmina intelligentemente con la personificazione delle stesse in Inside Out (2015), film-ponte con la terza fase. Ancora una volta, però, l’esempio più immediato lo fornisce sempre Toy Story, che con il finale del quarto lungometraggio sancisce una volta per tutte l’attraversamento dell’Infinito e il raggiungimento dell’età adulta sia del suo primissimo pubblico, sia dei suoi storici personaggi.
Interessante, però, è notare come vi sia un film che racchiude tutti questi 25 anni di storia al suo interno: Soul (2020).
Soul. La summa dei 25 anni Pixar
Forse ricordate la recensione “doppia e sperimentale” di Soul pubblicata qualche mese fa su FRAMED. Soul è un film che rimane certamente nella memoria, ma in cui personalmente avevo trovato alcuni aspetti problematici, senza soffermarmi sul simbolo più ampio che rappresenta. Simone Soranna invece lo inserisce in una visione di insieme, riconoscendolo come l’apice e, al tempo stesso, l’estrema sintesi di tutta la storia Pixar fino a oggi.
Nei suoi tre atti si posso individuare infatti le tre fasi di questo saggio e persino l’apertura a una nuova e ancora ignota quarta era della casa di produzione. Ma poiché considero questo aspetto il più interessante del libro, mi limito a citarne un passaggio, lasciando ai lettori il piacere di scoprire questa parte del saggio.
Joe, insomma, dopo aver inseguito la gloria e il successo (prima fase) raggiunge l’infinito ultraterreno abitandolo da cima a fondo (seconda fase) per poi superarlo, tornando indietro (terza fase). Joe, infatti, torna a casa, torna sulla Terra, torna nel suo corpo facendosi correlativo tematico e drammaturgico di Pixar.
Simone Soranna – Oltre l’infinito, pag. 61