Parenti e tradimenti. "Fratelli e sorelle" e "Dichiarazioni d’amore"
Roberto Della TorreFratelli e sorelle (1992) e Dichiarazioni d’amore (1994) condividono non solo alcuni temi, ma anche il fatto di essere tra i film più apprezzati da Pupi Avati e suo fratello Antonio. Il tema della famiglia, dei rapporti tra fratelli e parenti sottende gran parte della produzione avatiana, ma trova in queste due piccole opere un’espressione autentica e ricca di sentimento. I due titoli costituiscono infatti una riflessione sui turbamenti profondi che si celano nelle fondamenta dell’apparente semplicità degli affetti quotidiani. Le amicizie, le relazioni sentimentali e parentali sono messe in crisi dal bisogno di cambiamento che, per Avati, sembra essere una condizione inevitabile per trovare la propria felicità. Partenze, addii, scelte inconciliabili ma soprattutto tradimenti che allontanano per poi, talvolta, riavvicinare o separare per sempre.
In entrambi i film, nonostante le molte differenze, il motore narrativo è appunto un tradimento. A causa di questo si avvia una tragedia che conduce le famiglie coinvolte all’infelicità e, addirittura, alla morte. Per Avati il tradimento è una prova necessaria per verificare se l’amore che si sta vivendo sia o meno quello vero: «L’amore è tale se è transitato attraverso il tradimento e poi si è riconfermato. […] Il tradimento è una prova difficile, attraverso cui bisogna passare: e dopo, l’amicizia e l’amore diventano definitivi. È un passaggio obbligato e anche molto affascinante, psicologicamente è una prova d’amore di chi tradisce nei riguardi di chi è tradito»1. In Fratelli e sorelle quando l’amore viene tradito il mondo crolla. È la fine della condizione di accoglienza e sicurezza totale vissuta dall’intera famiglia. Ma il tradimento, pur nella sua tragicità, ha anche un rovescio della medaglia nel fatto che dalla sofferenza provata in queste occasioni scaturisce un’importante crescita maturativa.
Fratelli e sorelle, ambientato negli Stati Uniti, è uno dei film più cupi e negativi di Avati. I suoi quadri famigliari e relazionali sono profondamente amari, nonostante la presenza di momenti comici. I personaggi sembrano essere destinati all’infelicità o a un’eterna incomprensione: come nel caso di Francesco e Matteo, fratelli dal carattere molto diverso e, pertanto, destinati a prendere decisioni che li allontaneranno sempre di più l’uno dall’altro. Allo scaltro e disinvolto Matteo, interpretato da un giovane Stefano Accorsi alla sua prima prova cinematografica, si contrappone Francesco (Luciano Federico), timido e impacciato con le donne, che riveste il ruolo dell’eterno perdente. Trasferitisi Oltreoceano per volere della madre Gloria (Anna Bonaiuto), tradita e abbandonata dal marito, Matteo e Francesco cercano ognuno con i propri mezzi di adattarsi al nuovo ambiente. Qui sono accolti dalla sorella della madre (Paola Quattrini) e dal suo convivente – cui presta il volto un ottimo Franco Nero – il quale ha due figlie. Sono quindi tre le coppie di fratelli e sorelle che rappresentano altrettanti differenti modelli di relazione tra consanguinei, dal più solidale al più conflittuale. Come l’amore e l’amicizia, anche il rapporto tra fratelli è importante nel pensiero di Avati: «Credo che con mio fratello ci sia il rapporto che ci sarebbe con mio padre se riapparisse: grandissimo affetto, riconoscenza e stima, ma moderata confidenza. Però totale fiducia e fedeltà. Se qualcuno vuol giocarsi la mia amicizia, o se vuole non fare il mio prossimo film, è sufficiente che venga a dirmi una cosa negativa su mio fratello. Da quel momento quella persona è cancellata dalla lista. Per sempre»2. Scritto da Pupi Avati, il film mette in scena un mondo domestico privo di solide fondamenta, in cui i personaggi non sembrano in grado di reggere il peso delle inevitabili difficoltà della vita.
Dichiarazioni d’amore è invece un lungo racconto in flashback. Edoardo, detto Dado, medico attempato interpretato da Alessio Modica, ripercorre con il pensiero la sua gioventù nell’Italia del Secondo dopoguerra, animata dal dibattito politico e dal desiderio di rinascita. Il viaggio nel passato è sollecitato dall’incontro con Sandra (Delia Boccardo), uno dei suoi primi grandi amori, che aveva conosciuto nel 1948 quando aveva appena quindici anni. La Sandra di oggi, tormentata quarantenne, è una donna che fugge da un matrimonio di cui è stanca e che si è rifugiata in una pseudo-relazione extraconiugale. La gelosia del marito porterà a un tragico epilogo. Avati mette nuovamente in scena una storia segnata da una vena nostalgica e pessimista, che non manca di suscitare l’attenzione della critica: «Nel nuovo film di Avati sembrano confluire, quasi come in una rapsodia di temi, tutte le tipologie del suo cinema: dagli interni familiari densi di umori e segnati da piccoli risentimenti o tenere correnti sentimentali, alla memoria di una città, Bologna, sentita fellinianamente come microcosmo umano e condensato metaforico di un’Italia trasfigurata dalla nostalgia, dal minimalismo sentimentale all’idealizzazione dell’adolescenza, dall’uso determinante delle atmosfere musicali (prediligendo un repertorio d’epoca di swing autarchico), fino al gusto della ricostruzione e all’amore del dettaglio, in una elegia degli oggetti quasi di sapore gozzaniano»3. Film in parte autobiografico, Dichiarazioni d’amore deve molto alla scrittura, che intreccia efficacemente il continuo passaggio tra passato e presente; alla fotografia di Cesare Bastelli, che lavora sul bianco e nero e sul colore; e alla riuscitissima interpretazione dei tanti attori che lo popolano, tra cui Carlo Delle Piane, Valeria Fabrizi, Arnaldo Ninchi, Ivano Marescotti e Cesare Barbetti. Il ricordo nostalgico della gioventù e delle prime esperienze è un altro elemento caratterizzante la filmografia dell’autore, qui raccontato dal punto di vista del quindicenne Dado, alter ego dello stesso Avati. La ricostruzione storica è appassionata e ben fatta. Sostenuta da tante canzoni d’epoca trasmesse alla radio, come Cantando con le lacrime agli occhi, Reginella campagnola, Eulalia Torricelli, Pippo non lo sa, Amore baciami e Cavallino corri e va, la pellicola riesce a far assaporare allo spettatore il gusto di quell’anno fatidico delle prime elezioni del dopoguerra, ma anche la malinconica nostalgia della spensieratezza adolescenziale.
Note
1 Avati Pupi, Sotto le stelle di un film, Editore Il Margine, Trento 2008.
2 Ibidem.
3 «Vivilcinema» n. 5, 1994.
CAST & CREDITS
FRATELLI E SORELLE
Regia: Pupi Avati; soggetto: Pupi Avati; sceneggiatura: Pupi Avati; fotografia: Roberto D’Ettorre Piazzoli; montaggio: Amedeo Salfa; musiche: Riz Ortolani; interpreti: Stefano Accorsi, Anna Bonaiuto, Paola Quattrini, Franco Nero, Lino Capolicchio, Lidia Broccolino; produzione: DueA Film, FilmAuro, Rai1; origine: Italia, 1992; durata: 92’; home video: dvd FilmAuro; colonna sonora: inedita.
DICHIARAZIONI D’AMORE
Regia: Pupi Avati; soggetto: Pupi Avati; sceneggiatura: Pupi Avati; fotografia: Cesare Bastelli; montaggio: Amedeo Salfa; musiche: Stefano Caprioli; interpreti: Antonella Attili, Angiola Baggi, Delia Boccardo, Carlo Delle Piane, Ivano Marescotti, Alessio Modica; produzione: DueA Film, FilmAuro; origine: Italia, 1994; durata: 90’; home video: dvd FilmAuro; colonna sonora: Sugar.