«Potrei essere la voce della mia generazione, o almeno una voce di una generazione»: lo diceva Lena Dunham nel celebre monologo in apertura di Girls, serie tv che ha dato più di una spallata alla rappresentazione audiovisiva
canonica delle ragazze, appunto. Insieme a lei un’altra ragazza, Greta Gerwig (classe 1983), potrebbe essere la voce della sua generazione o, in ogni caso, una delle più originali e fiere del panorama statunitense odierno. Con soli due film
diretti all’attivo, l’attrice-regista-sceneggiatrice di Sacramento è infatti annoverata tra le personalità
più influenti del mondo del cinema. Starebbe addirittura reindirizzando Hollywood.
Forse per il suo sguardo personale, ricamato sull’esperienza femminile, dall’approccio pop e al tempo stesso intellettuale, o per la naturalezza con cui intercetta alcuni dei temi più urgenti della female exploitation.